Dott. Gianfranco Lucci - Psichiatra - Responsabile SOS Riabilitazione Al-Sud
Intervista del 19 Aprile 2011
Mario: Ho l'impressione che sanzionare chi non rispetta le regole comunitarie. non sempre ottiene il risultato per cui questa sanzione è stata comminata ed allora ti chiedo: è giusto ed ha un senso sanzionare chi queste regole non rispetta?
Lucci: Se la sanzione è un mezzo per fare apprendere delle elementari regole di vita e non ci sono altre capacità o altre possibilità, può essere accettata.
Se invece assume connotati diversi che possono arrivare alla prevaricazione o alla legittimazione di un sistema di potere, allora non solo è scorretta ma perde il suo valore rieducativo.
Mario: Quindi, dato che le regole educano al rispetto dei principi, la sanzione può assumere un valore positivo.
Lucci: Certo, attraverso l'emulazione incentivante può assumere un aspetto fortemente pedagogico.
Comunque l'educatore, del rapporto "regola-sanzione", dovrà avere una visione globale non trascurando né il punto di vista etico né quello normativo.

Le regole sono uno strumento all'interno del quale, le persone si relazionano con gli altri e devono essere ispirate da valori e da una visione di quello che è giusto e che è sbagliato anche se, ovviamente, ciò è soggettivo e non assoluto.
La regola serve come coesione dell'uomo, del singolo e anche del gruppo sociale.
Mario: Ma nel momento in cui nel nostro contesto di disagio mentale, un paziente non rispetta le regole che ci siamo dati, partendo dal presupposto che queste regole abbiano un senso, come possiamo intervenire per renderlo consapevole che il suo atteggiamento non è corretto?
Lucci: Considerando che tutte le persone, se non si trovano in situazioni di straordinario disagio, sono capaci di un minimo di autodeterminazione, e realistico pensare che il non rispetto della regola possa dipendere non da una sofferenza psichiatrica ma siano le conseguenze di un disordine di vita e quindi di una scelta.
Se tu non riesci ad esercitare le persone sulle piccole scelte della vita quotidiana, le regole e le sanzioni possono essere il mezzo per far raggiungere quell'equilibrio interno che permette loro di arrivare ad una maggiore serenità.
Importante è che la regola non sia vista come una immagine ferma in un particolare momento ma come un film in continuo divenire.
Le regole hanno una influenza all'interno delle persone e, nel momento in cui queste persone, pur con tutti i distinguo derivanti da esperienze psicologiche, decidono di non seguirle, in quel momento "scelgono" ed è corretto dire che noi diventiamo ciò di cui ci alimentiamo e che la nostra vita, il nostro stato, dipende dalle nostre scelte.
E' per questo che dobbiamo intervenire, valutando certi aspetti del carattere della persona e dare a questa la possibilità di mantenere coerenza nel comportamento e capacità di interagire con gli altri.
Mario: Come abbiamo già detto, la regola ha una componente educativa e quindi la regola non solo esiste ma è necessaria.
Lucci: Si potrebbero usare sistemi impostati sulla relazione e quindi meno semplici della "Regola-Sanzione"- Ciò è possibile se il contesto in cui si lavora è in grado di trasmettere agli operatori una motivazione maggiore e più omogenea perché è l'ambiente che trasmette certi valori e, se i valori non ci sono, anche il percorso di guarigione diventa più difficile. Questo è un discorso più morale che tecnico ma è il livello minimo che noi siamo in grado di utilizzare in una struttura come la nostra.
Certi risultati si possono ottenere e certi interventi si possono fare unicamente se riesci ad avere valori da condividere e da trasmettere.
Io mi aspetto che la persona che viene qui trovi almeno un ambiente sufficientemente coerente, che dia regole condivisibili, che sia capace di assorbire i differenti gradi di disagio e capace di dare risposte giuste e prive di contraddizioni di fronte agli occhi dei pazienti e questo non è facile.
Occorre lavorare sui singoli pazienti che eventualmente non rispettano le regole e contemporaneamente sugli altri ospiti della comunità che ci osservano e giudicano le nostre risposte davanti a situazioni diverse a loro magari sconosciute.
Se sei coerente, se ti sei sempre confrontato con sincerità intellettuale, puoi giustificare differenti risposte a situazioni analoghe. Se sei stato incoerente tutto questo e più difficile.
Devi essere la persona di riferimento, comprensiva, che non vuol dire buona. Devi essere giusta, capace di tollerare certe cose ma deciso a non permettere il superamento di certi limiti perché, per un paziente psicotico, andare oltre certi limiti significa anche scompensarsi e stare male.
Mario: Possiamo concludere; la regola è indispensabile, la sanzione è un mezzo semplice per educare, meglio sarebbe la relazione ma questo richiede un contesto di lavoro che sappia più adeguatamente motivare gli operatori.
Voglio aggiungere una cosa, come hai detto la regola non può essere un fermo immagine perenne perché anche la malattia è in divenire costante.
E' per questo che mi auguro che le regole e le sanzioni siano sempre verificate e che si abbia la capacità di controllare che i risultati che ci aspettiamo siano raggiunti avendo sempre la modestia di saper tornare sulle proprie decisioni quando il risultato non è coerente con le aspettative nostre e del paziente avendo l'intelligenza di buttare alle ortiche ogni burocratica presunzione.